MI RITORNI IN MENTE
Un volto, una voce, forse solo un’emozione.
Un pensiero triste che ritorna.
Si respira profondamente, poi via su Facebook, su Instagram, su Whatsapp.
Qualche volte si chiama qualcuno.
Si sarà sentita più gente in quarantena che durante tutto l’anno passato.
Ci si distrae, almeno per un altro giorno, in attesa che tutto torni alla normalità.
Quanto è difficile scappare da se stessi rimanendo dentro quattro mura.
ALLONTANARSI DA SE STESSI
Non si sa neanche più da che cosa si sta scappando, tanto si è abituati a farlo.
Ma lo si fa, in tutti i modi possibili.
Anche col pensiero, delle volte.
Pensieri su pensieri.
Lo chiamano rimuginio.
Un bel modo per far tacere ciò che non si vuole far parlare.
Spegne ogni emozione, anche il corpo delle volte.
Altre volte ha l’effetto opposto.
Ci attiva.
Parecchio anche.
Tanto da farci venire un bell’attacco di panico
Anche quello per distrarsi non è male
DA COSA SI SCAPPA?
Bella domanda.
Dalla risposta, a quanto pare.
Dal comprendere che cosa ci spaventa.
Delle volte sono immagini: un bacio, una carezza, un abbraccio o l’assenza di tutto questo.
Ricordi, desideri, bisogni.
Basta guardarsi allo specchio per leggerseli in faccia.
Penso che fosse per questo che un ospite di una comunità, dove tanti anni fa ho lavorato, mi disse
« L’emozione mi sta negli occhi».
Temiamo ciò che potrebbe essere letto dal nostro volto, che prontamente nascondiamo allo sguardo degli altri dietro un sorriso di circostanza.
Chissà perché, tuttavia, si desidera così tanto essere visti in ciò che cerchiamo di nascondere agli altri e a noi stessi.
Fortuna vuole che domani tutto questo ci sembrerà soltanto un altro ricordo.
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