TIRARSI SU DI MORALE
I problemi appaiono meno impossibili da risolvere quando li guarda dall’esterno.
Chi infatti sta affrontando un dato problema patisce l’impatto emotivo di tale problematica.
Riuscire a contenere dentro di sé tali vissuti rappresenta allora il primo compito a cui siamo chiamati quando vogliamo risolvere un problema.
Non già perché l’emozione sia il vero problema,
Quanto piuttosto poiché certi vissuti, se troppo intensi, non ci permettono di compiere i giusti ragionamenti per tirarci su di morale e comprendere e risolvere il problema.
GUARDARE I PROBLEMI DALL’ESTERNO
Chi è esterno, a ben vedere, gode proprio di questo privilegio: non è condizionato da simili vissuti ed è per questo che riesce a vedere una via di uscita.
Anche per problemi che appaiono irrisolvibili?
Anche per problemi che appaiono irrisolvibili.
Si, ma questi non sanno che cosa si prova nel vivere certi problemi!
Esatto, ed è proprio per questo che riescono a vedere una via d’uscita!
Non già perché siano più abili nel risolvere i problemi.
Anche loro, probabilmente, farebbero fatica a gestire i loro di problemi se in balia di vissuti tanto intensi e dolorosi
GESTIRE EMOZIONI INTENSE
Come gestire dunque queste emozioni?
Anche solo riconoscerle è fondamentale.
Dirsi: “Adesso mi sento profondamente turbato” è di per sé un primo passo per predisporsi a trovare una via uscita.
Non risolve il problema, certo.
Ma imparare a vedere come da esterni lo stato emotivo e mentale in cui ci troviamo aiuta.
Gli psicologi lo chiamano “decentramento cognitivo”.
DECENTRAMENTO COGNITIVO
A me piace immaginarlo come il vedere dall’alto una distesa di nuvole.
Chi sta sotto vive di pioggia e non può sapere che poco sopra il sole brilla alto nel cielo.
Un atto di fiducia è quello che forse delle volte occorre per non farsi travolgere dalla tempesta.
Fiducia nella possibilità di credere che un sole che non si vede esiste al di là di quelle nuvole.
Qualcuno, infatti, dall’altra parte lo sta guardando.
« Devo credere in un mondo fuori dalla mia mente. Devo convincermi che le mie azioni hanno ancora un senso, anche se non riesco a ricordarle. Devo convincermi che, anche se chiudo gli occhi, il mondo continua ad esserci…allora, sono convinto o no che il mondo continua ad esserci? …c’è ancora? Sì. Allora, a che punto ero? » (Dal film “Memento”)
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