CRISI D’ANSIA: ALCUNE CONSIDERAZIONI

crisi d'ansia

scritto da Dr. Alessio Congiu

Ci si appresta a svolgere una determinata attività e qualcosa già non va come dovrebbe.

Una paura senza  volto inizia a prendere il sopravvento.

L’ansia è arrivata:

  • il respiro viene smorzato da lievi contrazioni involontarie a livello della pancia;
  • il battito del cuore sembra come modificare la respirazione ogni volta che lentamente si prova ad espirare, divenendo un rumore interno di sottofondo che mantiene il proprio corpo in uno stato costante di allerta;
  • l’attenzione viene come catturata in modo immediato da tutte le reazioni che si producono all’interno del proprio corpo, venendo monitorate una ad una dalla propria mente;
  • i pensieri iniziano a fluire in modo estremamente rapido dipingendo scenari dei più terrificanti, lasciando quell’inquietante sensazione di stare come per perdere il controllo da un momento all’altro.

troppa ansia

Quando l’ansia arriva non fa sconti.

CHE COSA SI VIVE?

Ci si sente come catapultati in un labirinto intricato dal quale non si riesce ad uscire.

L’aspetto più terribile forse lo si vive quando si avverte la sensazione angosciante di aver perso completamente l’orientamento dentro questo luogo sconosciuto.

In questi casi, infatti, ci si sente completamente privi di ogni possibile difesa, in balia di quanto di più terribile si possa immaginare.

È il panico, il terrore allo stato puro.

Non a caso la chiamano “crisi d’ansia

ansia sociale

Quando la mente inizia a prospettarsi un simile scenario, i muscoli iniziano via via a contrarsi sempre di più.

Spesso si possono vivere scatti involontari delle braccia, delle gambe, o di altri muscoli.

Ogni pensiero negativo che si presenta nella mente attiva queste scosse, che dall’alto si diffondono in tutto il corpo.

Delle volte è per questo che ci si inizia a muovere nervosamente, per non sentire quelle fastidiose scosse dei muscoli che sembrano come confermare che la perdita di controllo sta per verificarsi da un momento all’altro.

Non  si riesce a comprendere che queste esperienze interne, piuttosto comuni a dire il vero, sono solo delle reazioni fisiche del corpo prodotte da pensieri negativi che si presentano rapidamente ed in modo del tutto involontario.

Al contrario, si inizia invece a nutrire il bisogno ossessivo di verificare se il contenuto di tali pensieri possa essere o meno fondato.

<< Sta davvero per venirmi un infarto? >>

<< Sto davvero per soffocare? >>

CHE COSA ALIMENTA IL CIRCOLO VIZIOSO?

Sfortunatamente, non di rado si lascia che la mente sfrutti lo stato di attivazione del corpo per valutare la veridicità del contenuto dei propri pensieri catastrofici.

Come a dire che, se il cuore batte all’impazzata o il respiro è affannoso, allora la possibilità che si stia per morire di infarto o per soffocamento è ben fondata.

Pochi sanno, inoltre, che ogni volta che si rimugina su tali pensieri, si aumenta indirettamente la probabilità che questi possano ripresentarsi.

In breve, il semplice rimuginare su questi porta ad aumentarne la frequenza di comparsa, predisponendo a rivivere più frequentemente quelle stesse crisi d’ansia che si temono.

COME SI FA A CAPIRE CHE I PROPRI TIMORI SONO INFONDATI?

Domanda legittima quest’ultima a cui è possibile rispondere facendo presente che, quando si è in balia dell’ ansia, la mente è più facile che tenda a trovare prove congruenti  con i propri propri timori, piuttosto che prove contrarie.

Come a dire che la paura indirizza la nostra mente a trovare non già la verità, quanto piuttosto le prove a conferma degli scenari negativi che ci sono venuti in mente.

In simili casi, dunque, è forse più utile esercitare una certa disciplina mentale, evitando di farsi travolgere dall’impeto emotivo e provando piuttosto a ragionare in modo diametralmente opposto, ossia cercando prove contrarie ai propri timori, piuttosto che conferme.

La difficoltà sembra dunque quella di comprendere che il vero problema non consiste tanto nel fatto di aver pensato che qualcosa di terribile potesse verificarsi, quanto piuttosto nel cercare conferme o provando a sopprime tali normali spiacevoli esperienze impegnandosi in qualche altra attività distraente.

È questo quello che spesso si fa nei percorsi psicologici per imparare a gestire l’ansia: comprendere in prima battuta quale sia il vero problema!

<< Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. Comprendi? >> (Johnny Depp nel film “La maledizione della prima luna”)

crisi d'ansia supporto

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Ci si appresta a svolgere una determinata attività e qualcosa già non va come dovrebbe.

Una paura senza  volto inizia a prendere il sopravvento.

L’ansia è arrivata:

  • il respiro viene smorzato da lievi contrazioni involontarie a livello della pancia;
  • il battito del cuore sembra come modificare la respirazione ogni volta che lentamente si prova ad espirare, divenendo un rumore interno di sottofondo che mantiene il proprio corpo in uno stato costante di allerta;
  • l’attenzione viene come catturata in modo immediato da tutte le reazioni che si producono all’interno del proprio corpo, venendo monitorate una ad una dalla propria mente;
  • i pensieri iniziano a fluire in modo estremamente rapido dipingendo scenari dei più terrificanti, lasciando quell’inquietante sensazione di stare come per perdere il controllo da un momento all’altro.

troppa ansia

Quando l’ansia arriva non fa sconti.

CHE COSA SI VIVE?

Ci si sente come catapultati in un labirinto intricato dal quale non si riesce ad uscire.

L’aspetto più terribile forse lo si vive quando si avverte la sensazione angosciante di aver perso completamente l’orientamento dentro questo luogo sconosciuto.

In questi casi, infatti, ci si sente completamente privi di ogni possibile difesa, in balia di quanto di più terribile si possa immaginare.

È il panico, il terrore allo stato puro.

Non a caso la chiamano “crisi d’ansia

ansia sociale

Quando la mente inizia a prospettarsi un simile scenario, i muscoli iniziano via via a contrarsi sempre di più.

Spesso si possono vivere scatti involontari delle braccia, delle gambe, o di altri muscoli.

Ogni pensiero negativo che si presenta nella mente attiva queste scosse, che dall’alto si diffondono in tutto il corpo.

Delle volte è per questo che ci si inizia a muovere nervosamente, per non sentire quelle fastidiose scosse dei muscoli che sembrano come confermare che la perdita di controllo sta per verificarsi da un momento all’altro.

Non  si riesce a comprendere che queste esperienze interne, piuttosto comuni a dire il vero, sono solo delle reazioni fisiche del corpo prodotte da pensieri negativi che si presentano rapidamente ed in modo del tutto involontario.

Al contrario, si inizia invece a nutrire il bisogno ossessivo di verificare se il contenuto di tali pensieri possa essere o meno fondato.

<< Sta davvero per venirmi un infarto? >>

<< Sto davvero per soffocare? >>

CHE COSA ALIMENTA IL CIRCOLO VIZIOSO?

Sfortunatamente, non di rado si lascia che la mente sfrutti lo stato di attivazione del corpo per valutare la veridicità del contenuto dei propri pensieri catastrofici.

Come a dire che, se il cuore batte all’impazzata o il respiro è affannoso, allora la possibilità che si stia per morire di infarto o per soffocamento è ben fondata.

Pochi sanno, inoltre, che ogni volta che si rimugina su tali pensieri, si aumenta indirettamente la probabilità che questi possano ripresentarsi.

In breve, il semplice rimuginare su questi porta ad aumentarne la frequenza di comparsa, predisponendo a rivivere più frequentemente quelle stesse crisi d’ansia che si temono.

COME SI FA A CAPIRE CHE I PROPRI TIMORI SONO INFONDATI?

Domanda legittima quest’ultima a cui è possibile rispondere facendo presente che, quando si è in balia dell’ ansia, la mente è più facile che tenda a trovare prove congruenti  con i propri propri timori, piuttosto che prove contrarie.

Come a dire che la paura indirizza la nostra mente a trovare non già la verità, quanto piuttosto le prove a conferma degli scenari negativi che ci sono venuti in mente.

In simili casi, dunque, è forse più utile esercitare una certa disciplina mentale, evitando di farsi travolgere dall’impeto emotivo e provando piuttosto a ragionare in modo diametralmente opposto, ossia cercando prove contrarie ai propri timori, piuttosto che conferme.

La difficoltà sembra dunque quella di comprendere che il vero problema non consiste tanto nel fatto di aver pensato che qualcosa di terribile potesse verificarsi, quanto piuttosto nel cercare conferme o provando a sopprime tali normali spiacevoli esperienze impegnandosi in qualche altra attività distraente.

È questo quello che spesso si fa nei percorsi psicologici per imparare a gestire l’ansia: comprendere in prima battuta quale sia il vero problema!

<< Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. Comprendi? >> (Johnny Depp nel film “La maledizione della prima luna”)

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