IMPARARE A MOTIVARSI
Come imparare a motivarsi?
Una domanda questa che trova risposta nella più semplice tradizione proverbiale del “chi semina raccoglie”.
In breve, insistere, con costanza, per vedere realizzati i propri obiettivi.
Ci è stato detto più volte, lo abbiamo imparato, ma nel momento in cui questo slogan potrebbe esserci più di aiuto, ce ne dimentichiamo.
PERCHÉ NON RIUSCIAMO AD AUTO-MOTIVARCI?
Quanto sembra sfuggire alla nostra più limpida comprensione è che la costanza presuppone un alternarsi di pensieri, emozioni ed esperienze tutt’altro che piacevoli e facili da gestire.
Nessuno sembra averci mai insegnato che la costanza comporta l’accettare che momenti di stanchezza, di demoralizzazione e di sfiducia possano comunque presentarsi lungo il cammino.
Chi lo apprende lo fa spesso sulla propria pelle, scontrandosi con le proprie difficoltà ed imparando dai propri errori.
C’è sempre un alone di saggezza in chi si mostra capace di raggiungere i propri traguardi, una saggezza che sa di antico, di qualcosa di imperituro e destinato per questo a lasciare segno di sé con le sue gesta, con i suoi sforzi; una saggezza che trova significato nella costanza con cui ci si mantiene impegnati sulla propria strada.
<< Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza >> (Lucrezio)
LA LOGICA DEL VINCENTE
Automotivarsi non esprime dunque nient’altro che l’aspettarsi i momenti di caduta non meno di quanto si attende l’arrivo finale.
Gli agricoltori questo lo sanno bene: sanno che non può essere sempre primavera, che la grandine arriva anche d’estate e che gli afidi hanno a cuore le piantagioni non meno dei coltivatori; è proprio per questo che continuano a seminare, ad arare, ad irrigare i loro campi, a proteggere le loro colture, giorno dopo giorno.
“I cavalli vincenti si valutano all’arrivo” vuole un vecchio detto, e non a caso: è nella costanza con cui ci si rimbocca quotidianamente le maniche che si riesce ad arrivare al proprio obiettivo.
I “vincenti” si aspettano di fallire ed è proprio per questa loro placida attesa che riescono a non fermarsi più di quanto potrebbe essere realmente necessario.
Hanno impresso così in profondità questa logica da trovare forse più appagante il rialzarsi da una caduta che l’arrivare al traguardo finale; è nel dimostrarsi di giorno in giorno di poter riuscire a realizzare i propri sogni, infatti, che trovano il vero appagamento.
Il centrare l’obiettivo, in fin dei conti, appare quasi sempre un qualcosa destinato ad arrivare prima o poi, a patto di non farsi fermare dai normali ostacoli che potrebbero frapporsi lungo il cammino.
L’incontro con l’ostacolo diventa allora la meta da raggiungere, in quanto vero e proprio banco di prova, non già per valutare le proprie abilità; quelle, in fin dei conti, le possono sviluppare tutti con un buon allenamento; quanto piuttosto dell’importanza che quell’obiettivo ha per loro, di ciò che sarebbero disposti a sacrificare pur di raggiungerlo.
PILLOLE PER AUTOMOTIVARSI
Automotivarsi non è dunque che questo:
- aspettarsi i fallimenti, ma senza l’apprensione di doverli affrontare;
- concedersi di deprimersi per essi, ma non più di quello che potrebbe realmente servire;
- ricordarsi lo scopo per cui si sta lottando, scegliendo ogni volta se rinnovarlo o meno.
Non è facile, certo, ma non è impossibile.
È una questione di fare proprio un determinato atteggiamento mentale, l’atteggiamento di chi non evita per paura di fallire, di chi decide di esporsi al rischio di vivere delusioni.
Il resto non è che semplice attesa.
E IL CASO?
Anche quello certamente conta nel raggiungere i propri traguardi; ma è un qualcosa che sfugge al nostro controllo e di fronte al quale siano spesso impotenti. Perché dunque preoccuparsene?
Chi vive la soddisfazione di vedere realizzati i propri obiettivi non godrebbe certo allo stesso modo se fosse stata solo la sorte a permettergli di raggiungerli.
È nel sentirsi capaci di raggiungere ciò che si vuole che risiede la vera soddisfazione, nel sentire il potere dentro di sé di essere padroni del proprio destino; destino permettendo, s’intende.
<< Mantenere la motivazione è una disciplina, è esercizio, richiede risorse. La motivazione non è equiparabile al desiderio; o per lo meno non è solo questo. È anche abitudine a mantenere il disagio, a sopportare >>(Pietro Trabucchi)
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IMPARARE A MOTIVARSI
Come imparare a motivarsi?
Una domanda questa che trova risposta nella più semplice tradizione proverbiale del “chi semina raccoglie”.
In breve, insistere, con costanza, per vedere realizzati i propri obiettivi.
Ci è stato detto più volte, lo abbiamo imparato, ma nel momento in cui questo slogan potrebbe esserci più di aiuto, ce ne dimentichiamo.
PERCHÉ NON RIUSCIAMO AD AUTO-MOTIVARCI?
Quanto sembra sfuggire alla nostra più limpida comprensione è che la costanza presuppone un alternarsi di pensieri, emozioni ed esperienze tutt’altro che piacevoli e facili da gestire.
Nessuno sembra averci mai insegnato che la costanza comporta l’accettare che momenti di stanchezza, di demoralizzazione e di sfiducia possano comunque presentarsi lungo il cammino.
Chi lo apprende lo fa spesso sulla propria pelle, scontrandosi con le proprie difficoltà ed imparando dai propri errori.
C’è sempre un alone di saggezza in chi si mostra capace di raggiungere i propri traguardi, una saggezza che sa di antico, di qualcosa di imperituro e destinato per questo a lasciare segno di sé con le sue gesta, con i suoi sforzi; una saggezza che trova significato nella costanza con cui ci si mantiene impegnati sulla propria strada.
<< Cadendo, la goccia scava la pietra, non per la sua forza, ma per la sua costanza >> (Lucrezio)
LA LOGICA DEL VINCENTE
Automotivarsi non esprime dunque nient’altro che l’aspettarsi i momenti di caduta non meno di quanto si attende l’arrivo finale.
Gli agricoltori questo lo sanno bene: sanno che non può essere sempre primavera, che la grandine arriva anche d’estate e che gli afidi hanno a cuore le piantagioni non meno dei coltivatori; è proprio per questo che continuano a seminare, ad arare, ad irrigare i loro campi, a proteggere le loro colture, giorno dopo giorno.
“I cavalli vincenti si valutano all’arrivo” vuole un vecchio detto, e non a caso: è nella costanza con cui ci si rimbocca quotidianamente le maniche che si riesce ad arrivare al proprio obiettivo.
I “vincenti” si aspettano di fallire ed è proprio per questa loro placida attesa che riescono a non fermarsi più di quanto potrebbe essere realmente necessario.
Hanno impresso così in profondità questa logica da trovare forse più appagante il rialzarsi da una caduta che l’arrivare al traguardo finale; è nel dimostrarsi di giorno in giorno di poter riuscire a realizzare i propri sogni, infatti, che trovano il vero appagamento.
Il centrare l’obiettivo, in fin dei conti, appare quasi sempre un qualcosa destinato ad arrivare prima o poi, a patto di non farsi fermare dai normali ostacoli che potrebbero frapporsi lungo il cammino.
L’incontro con l’ostacolo diventa allora la meta da raggiungere, in quanto vero e proprio banco di prova, non già per valutare le proprie abilità; quelle, in fin dei conti, le possono sviluppare tutti con un buon allenamento; quanto piuttosto dell’importanza che quell’obiettivo ha per loro, di ciò che sarebbero disposti a sacrificare pur di raggiungerlo.
PILLOLE PER AUTOMOTIVARSI
Automotivarsi non è dunque che questo:
- aspettarsi i fallimenti, ma senza l’apprensione di doverli affrontare;
- concedersi di deprimersi per essi, ma non più di quello che potrebbe realmente servire;
- ricordarsi lo scopo per cui si sta lottando, scegliendo ogni volta se rinnovarlo o meno.
Non è facile, certo, ma non è impossibile.
È una questione di fare proprio un determinato atteggiamento mentale, l’atteggiamento di chi non evita per paura di fallire, di chi decide di esporsi al rischio di vivere delusioni.
Il resto non è che semplice attesa.
E IL CASO?
Anche quello certamente conta nel raggiungere i propri traguardi; ma è un qualcosa che sfugge al nostro controllo e di fronte al quale siano spesso impotenti. Perché dunque preoccuparsene?
Chi vive la soddisfazione di vedere realizzati i propri obiettivi non godrebbe certo allo stesso modo se fosse stata solo la sorte a permettergli di raggiungerli.
È nel sentirsi capaci di raggiungere ciò che si vuole che risiede la vera soddisfazione, nel sentire il potere dentro di sé di essere padroni del proprio destino; destino permettendo, s’intende.
<< Mantenere la motivazione è una disciplina, è esercizio, richiede risorse. La motivazione non è equiparabile al desiderio; o per lo meno non è solo questo. È anche abitudine a mantenere il disagio, a sopportare >>(Pietro Trabucchi)
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