PERSONE CHE AIUTANO TROPPO
Contesti sociali, amicali o familiari possono influenzare il nostro giudizio, portandoci ad interiorizzare una certa idea di come ci si debba comportare con gli altri.
Il risultato è spesso l’apprendimento di un’etica che ci guida nel rapporto con le persone, ora portandoci a prenderci più cura degli altri, ora quasi dimenticandoci dei loro bisogni.
In questo normale processo può così capitare di apprendere che gli altri contino forse più di quanto conti la nostra stessa persona.
Il disagio dell’altro diventa in casi simili un qualcosa di cui ci si prende subito in carico, spesso anche mettendo da parte quello personale, pur presente.
LA FATICA DEL PRENDERSI CURA
Costa fatica non mostrare agli altri le proprie sofferenze, specie quando sono profonde e le si vive da soli.
Eppure ci sono persone che lo fanno, specie per evitare di aumentare quello stesso peso che vediamo sulle spalle di chi ci sta attorno.
Si ha subito l’impressione di passare dalla parte del torto appoggiandosi sulla spalla di un altro.
Sappiamo infatti che anche l’altro, del resto, porta una croce non semplice da trasportare e la colpa si fa subito presente in noi, come a ricordarci che è moralmente scorretto chiedere aiuto a chi di aiuto ha bisogno.
Che egoisti che saremmo!
LA VERA FORZA
Quanta forza, verrebbe da pensare!
No, in realtà.
È una debolezza!
La debolezza di chi vive con profonda colpa il chiedere aiuto.
La debolezza di chi non sa come chiedere aiuto.
La debolezza di chi arriva al punto di aiutare per essere aiutato.
Perché una debolezza?
Perché tutti siamo deboli.
In alcuni momenti, naturalmente.
Illudersi di non esserlo ci rende così a rischio di cadere, specie se la croce che stiamo portando è davvero pesante; a maggior ragione se a questa si somma anche il peso di quella degli altri.
Come sarebbe invece utile comportarsi?
- Riconoscendo i propri bisogni
- Aiutandosi prima di aiutare
- Chiedendo in caso di bisogno
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