SDRAMMATIZZARE
Potremmo parlarne come del tentativo consapevole di ridimensionare la gravità di un dato evento, talvolta anche facendo ricorso ad un utilizzo ponderato dell’ironia.
Come tutte le procedure che potremmo adoperare per gestire al meglio le nostre emozioni, anche quella dello sdrammatizzare può rivelarsi particolarmente utile per gestire l’ansia da coronavirus.
QUANDO È CONSIGLIATO?
Nei casi in cui il verificarsi di un dato evento venga percepito più grave di quello che potrebbe essere realmente.
Ad esempio, nel cadere profondamente in panico per un’epidemia in grado di procurare seri rischi alla propria salute nel 2% dei casi, continuando tranquillamente a mettere in atto un comportamento come quello del fumo, responsabile del 16% delle morti della popolazione in Europa.
Certo, riuscire a comprendere se la propria aspettativa sia o meno “irrealistica” non appare un’operazione da poco; tutt’altro: è spesso alla base del bisogno che si nutre di confrontarsi con gli altri.
Chi può dire, infatti, cosa sia reale e cosa invece non lo sia?
Naturalmente, il confronto è utile se fatto con persone che hanno un parere quanto meno dissimile a quello che si vorrebbe ridimensionare.
In caso contrario, il rischio sarebbe quello di amplificare i propri timori e paure, come spesso capita traendo informazioni unicamente da giornali e tv locali interessate all’audience più che alla salute delle persone a cui si rivolgono.
QUANDO NON È CONSIGLIATO?
Sdrammatizzare l’ansia da coronavirus diventa una strategia poco utile quando la si compie per non affrontare ciò che più si teme.
In breve, nei casi in cui diventa un modo per evitare un’esperienza ritenuta catastrofica o inaccettabile.
Ad esempio, il condividere sui social un contenuto fortemente ironico su un tema ritenuto dalla stessa persona particolarmente allarmante.
Come spesso capita, dunque, non sarebbe lo sdrammatizzare in sé ad essere utile o dannoso, quanto piuttosto il motivo per il quale lo si starebbe facendo.
Sfortuna vuole che il più delle volte tali motivi restano noti soltanto a colui che agisce tale comportamento, diventando oggetto di facile fraintendimento e di critica da parte degli altri.
CONSIDERAZIONI FINALI
Tutto questo ci porta a trarre tre considerazioni:
- Sdrammatizzare è più utile se fatto con criterio piuttosto che per evitare qualcosa di temuto
- I mezzi di comunicazione sono spesso una cassa di risonanza delle nostre paure
- Un pensiero sullo smettere di fumare, tutto sommato, si potrebbe anche fare
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SDRAMMATIZZARE
Potremmo parlarne come del tentativo consapevole di ridimensionare la gravità di un dato evento, talvolta anche facendo ricorso ad un utilizzo ponderato dell’ironia.
Come tutte le procedure che potremmo adoperare per gestire al meglio le nostre emozioni, anche quella dello sdrammatizzare può rivelarsi particolarmente utile per gestire l’ansia da coronavirus.
QUANDO È CONSIGLIATO?
Nei casi in cui il verificarsi di un dato evento venga percepito più grave di quello che potrebbe essere realmente.
Ad esempio, nel cadere profondamente in panico per un’epidemia in grado di procurare seri rischi alla propria salute nel 2% dei casi, continuando tranquillamente a mettere in atto un comportamento come quello del fumo, responsabile del 16% delle morti della popolazione in Europa.
Certo, riuscire a comprendere se la propria aspettativa sia o meno “irrealistica” non appare un’operazione da poco; tutt’altro: è spesso alla base del bisogno che si nutre di confrontarsi con gli altri.
Chi può dire, infatti, cosa sia reale e cosa invece non lo sia?
Naturalmente, il confronto è utile se fatto con persone che hanno un parere quanto meno dissimile a quello che si vorrebbe ridimensionare.
In caso contrario, il rischio sarebbe quello di amplificare i propri timori e paure, come spesso capita traendo informazioni unicamente da giornali e tv locali interessate all’audience più che alla salute delle persone a cui si rivolgono.
QUANDO NON È CONSIGLIATO?
Sdrammatizzare l’ansia da coronavirus diventa una strategia poco utile quando la si compie per non affrontare ciò che più si teme.
In breve, nei casi in cui diventa un modo per evitare un’esperienza ritenuta catastrofica o inaccettabile.
Ad esempio, il condividere sui social un contenuto fortemente ironico su un tema ritenuto dalla stessa persona particolarmente allarmante.
Come spesso capita, dunque, non sarebbe lo sdrammatizzare in sé ad essere utile o dannoso, quanto piuttosto il motivo per il quale lo si starebbe facendo.
Sfortuna vuole che il più delle volte tali motivi restano noti soltanto a colui che agisce tale comportamento, diventando oggetto di facile fraintendimento e di critica da parte degli altri.
CONSIDERAZIONI FINALI
Tutto questo ci porta a trarre tre considerazioni:
- Sdrammatizzare è più utile se fatto con criterio piuttosto che per evitare qualcosa di temuto
- I mezzi di comunicazione sono spesso una cassa di risonanza delle nostre paure
- Un pensiero sullo smettere di fumare, tutto sommato, si potrebbe anche fare
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